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Il pacco per Nonna - 5


di giov60
11.01.2025    |    3.542    |    7 9.9
"Le rispondo che vedrò cosa ho nel cellulare… Suggerisce anche che potremmo usare o Whatsapp o cose simili per farci delle video chiamate ed io acconsento..."
I giorni trascorrono luminosi tra tanto studio e altrettanto tanto sesso. E se non c’era sesso reale c’era in casa sempre la frizzante aria della trasgressione. Nonna indossa sempre abiti provocanti ed è molto coccolosa nei miei confronti. Solo quando esce da sola per fare commissioni o incontrare le amiche torna ad essere una simpatica signora dai capelli brizzolati. A casa, appena mamma o papà escono dopo la loro visita quotidiana torna ad essere la mia amante e il sale del nostro rapporto: penso ormai che sia proprio lei a guidare le danze, con la sua sensualità e la sua, non ancora sazia, sete di sesso, ma anche di sborra! Ed io sono la sua fontana!!
Proprio mamma, nei giorni successi. torna a comportarsi come se nulla fosse accaduto quella domenica. Così nonna, una mattina di queste, e dopo aver fatto colazione a base di sborra, mi ferma mentre mi appresto per uscire andare a scuola e mi dice:
“Amore mio, chiedimi per favore di avere domani un pomeriggio di libertà con i tuoi amici! Così posso chiedere ai tuoi genitori di concedertelo!”
Io non capisco ma so che così farò felici i miei compagni e compagne che già da giorni mi reclamano. Annuisco alla richiesta e nonna prende il telefono e chiama mamma riferendole della “mia” richiesta e perorandola alquanto. Ricevuta l’approvazione materna mi lascia uscire così che possa avvisare i miei amici, mentre continua a parlottare con la figlia.
Quel pomeriggio, appena finito di pranzare, vengo sollecitato ad uscire. La saluto che si sta cambiando per ricevere mamma nella solita veste di nonna almeno penso sia così ed esco promettendole che massimo alle diciannove sarei rientrato per la cena ed una serata tra noi e i suoi ricordi. Mi butto tra le braccia dei miei amici che mi aspettano per un pomeriggio di svago e, come già mi era accaduto più volte nei giorni precedenti, noto nella compagnia anche una ragazza, credo del secondo o terzo anno, che, non da oggi, pare essere interessata a me. Visto che nel gruppo ci sono anche altre sue compagne di corso la mia rimane una sensazione.
Sensazione che però diventa realtà subito dopo quando uno dei miei amici me la presenta. Alta un po' meno di me, spalle larghe come se praticasse sport, seno più che accennato, sedere prominente e ben delineato, gambe lunghe che cerco di indovinare sotto i pantaloni piuttosto attillati, certamente non ha un monte di venere prominente dato che dal cavallo dei pantaloni nulla traspare; capelli chiari e lunghi che incorniciano un volto carino, occhi grandi ed espressivi e belle labbra. Mi saluta mordendosi un labbro e la cosa già mi intriga. Parliamo a lungo durante quella scorribanda e mi siede accanto anche quando entriamo in un locale per dissetarci. Anzi sembra orgogliosa di essere al mio fianco. Ci scambiamo anche il numero del cellulare ma l’avverto che fino a dopo l’esame di maturità di quel numero non potrà farsene niente dato che io il cellulare l’ho dovuto lasciare a casa. Se riuscirò forse la chiamerò dal fisso o dal cellulare di mia nonna che mi ospita.
“Ah allora sei proprio carcerato e senza possibilità di nessuna distrazione!” dice deridendomi e pensando a nonna come ad una vecchia signora.
Quando sono quasi le diciannove la compagnia si scioglie e rimasti da soli mi ringrazia per il bel pomeriggio passato assieme e tenta anche di baciarmi.
“Non stai per caso correndo troppo bellezza?”
“Da mesi non ho occhi che per te. Mi piaci troppo e ci dovevo provare!”
A questo punto per ringraziarla la stringo alquanto a me e le presento le mie labbra che subito avvertono il calore delle sue. Un bacio ben dato né casto, né caldissimo, ma un bacio che la dice lunga. Anche il mio cazzo manifesta una certa allegria per la situazione e tenta, anche lui di presentarsi a lei, ma nonostante l’abbraccio riesco a tenerlo a bada.
“Peccato per il tuo cellulare, ti avrei inviato una mia foto così da farmi ricordare da te!” dice mentre si allontana sculettando alquanto. Dovrò chiedere a nonna di rientrare in possesso del mio telefonino.
Mentre tutto questo accade a me, a casa alle quindici precise suona il campanello. Mamma fa il suo ingresso in casa sorprendendo nonna per la mise che indossava: calze nere operate su kilt scozzese con spacco laterale chiuso da uno spillone posizionato molto in alto, body fumé trasparente con gilet sempre di tessuto scozzese che esaltava il seno appena coperto per lo stretto necessario. Ma anche nonna voleva far colpo sulla figlia e si era preparata indossando una delle sue guepiere senza coppe per mettere in mostra il suo seno, calze autoreggenti con hai piedi delle ciabattine con un bel tacco che slanciano la sua figura e mettono meglio in mostra il suo sedere appena più floscio di quello della figlia e uno slip di pizzo che non riesce a coprire la sua carnosa figa e infine ha indossato il kimono che tanta eccitazione ha provocato nel nipote.
“Accidenti sei proprio uno schianto figlia mia!”
“Grazie mamma! Ma anche tu non scherzi affatto!”
“Sei in perfetto orario stavolta!”
“Ho visto uscire il ragazzo già da qualche minuto… sai mi ero appostata per essere certa che non ci fosse nessuno oltre che te!”
“Non parlare così figlia mia! Se tuo figlio fosse stato qui vedendoti gli sarebbero schizzati gli occhi fuori dalle orbite!!”
“Beh, se tu giri per casa così vestita dovrebbe essere cieco già da diversi giorni! E non mi pare lo sia!”
“Pensi che io vesta così in casa? Non sarebbe più carino pensare che invece mi sia preparata così per te?!”
“A ben pensarci, sarebbe anche possibile quello che tu dici anche per il fatto che da quando, domenica, sono uscita da qui sento ancora il calore della tua mano sulla mia gamba e questo mi ha, diciamo, scatenata anche durante la passeggiata con mio marito! E poi, tornati a casa, mi ha confidato che vedere te che mi accarezzavi, lo ha eccitato fuori misura!!”
“Mi fa piacere per te e per tuo marito e, se vuoi, non ho problemi a carezzarti di nuovo in sua presenza!”
“Ma che dici!! Tu sei mia madre!”
“Ma sono anche una donna ed ancora molto calda ed espansiva anche con le donne, a iniziare da mia figlia fino alle mie più care amiche, così come lo sono stata con tua nonna, mia madre e questo lo sai già, vero?”
Mentre parlano il divano del salotto le accoglie nella medesima posizione di qualche giorno prima e l’una mostra all’altra una splendida vista. Nonna non rimane immobile e inizia a carezzare la figlia in modo poco consono ad una madre normale, ma la voglia della nonna è tanta e mentre le ricorda di come si nascondesse per spiarla quando era in intimità con la madre.
Nonna, che pure ha una voglia pazzesca di coinvolgere la figlia in un amplesso lesbico incestuoso, non deve forzare più di tanto la situazione. Mamma era già eccitata prima di entrare in casa e desiderava provare di nuovo, e meglio, le carezze materne, ma era anche vogliosa di accarezzare lei la madre come mai aveva fatto con un’altra donna.
Il divano diventa impraticabile per l’incestuoso desiderio delle due donne: meglio l’accogliente letto che profuma da giorni di sesso sfrenato. Le mani corrono veloci e in pochi attimi, mentre si baciano con lussuria, gli indumenti cadono lasciando le due splendide femmine inguainate nel loro rispettivo intimo.
Mamma è splendida nel suo body che tutto trasparente mette in evidenza i suoi capezzoli circondati da aureole più scure di quella di nonna che, invece, mostra orgogliosamente il suo petto libero da costrizione e più grosso di quello di mamma. Nonna apprezza molto lo sgambo del body della figlia che le scopre per intero le chiappe e gliele disegna fin sopra la cresta iliaca del bacino. Sul davanti un folto bosco di peli che in parte fuoriescono indica il luogo dove si nasconde la figa.
“Mamma mi sa che devi curare un po' di più il tuo fiore. Se qualcuno volesse sbirciarti tra le gambe non apprezzerebbe affatto la vista di tanto pelo! Promettimi che ci metterai mano, altrimenti lo farò io stessa.”
“D’accordo mamma, sarai tu a rendere presentabile, secondo i tuoi gusti, la mia figa così che possa mostrarla a mio marito sotto un’altra veste.. ma adesso fammi sentire di nuovo la tua mano tra le mie cosce!”
Nonna ritta davanti a lei mostra alla figlia la sua figa appena coperta dallo slip. Anzi scosta subito il piccolo indumento per dare piena visione della sua matura pesca completamente depilata mentre mamma, affascinata da quello spettacolo, inizia a masturbarsi fissando il luogo da dove è nata che, nel frattempo, nonna le mostra allargando le grandi labbra in modo osceno e porgendogliela sulla bocca.
“Mai baciata una donna in intimità vero?”
“No ma ricordo perfettamente i baci intimi che davi a nonna”
Nonna prima le offre la figa da leccare mettendogliela in faccia e dopo aver apprezzato alquanto l’inesperta lingua della figlia, si gira così da poter anche lei baciare la boscosa figa della figlia. È un sessantanove esaltante per entrambe.
Il reciproco godimento arriva in poco tempo e ricompostesi, rimangono d’accordo che lei e il marito potranno tornare a pranzo la prossima domenica così loro due approfitteranno della lunga pennichella del genero per disboscare quello che bisogna disboscare. Naturalmente il ragazzo godrà ancora di una bella libera uscita.
Sulla porta si baciano mentre nonna le sussurra di tornare ancora più troia!
Alle diciannove rientro a casa con una certa circospezione ma anche molto euforico per quanto accadutomi fino a pochi minuti prima.
Trovo nonna ai fornelli con indosso ancora la guepiere e le autoreggenti ma senza slip cosi che non posso non fissare io mio sguardo su quel bel culo che ho da poco conquistato e che è di mio esclusivo uso, mentre ammiro anche le grandi labbra della figa incorniciate dal suo sedere visto che tiene le belle gambe leggermente allargate. Mentre l’abbraccio da dietro, per salutarla, le afferro le tette e appoggio il cavallo dei miei pantaloni al suo culo.
“Mmmh! È finalmente tornato il mio pacco preferito!!” dice girando la testa per offrirmi la sua bocca da baciare!”
La bacio quasi sulle labbra ma lei si volta e vuole essere baciata in bocca, cosa che faccio ben volentieri!
“Non ho bevuto nemmeno un sorso d’acqua per te: ti sto offrendo quanto mi è rimasto in bocca degli umori di tua madre!”
Durante il tempo necessario a dire da “Ti” e “Madre”, meno di un secondo, mi ritrovo con il cazzo duro cosa che lei apprezza, infilandomi la lingua in bocca!
Sono certo che passeranno tutti gli anni della mia vita ma mai nessuna donna riuscirà a trasmettermi tanta sensualità nel baciarmi.
“Mica mi terrai allo scuro di quanto è successo qui oggi pomeriggio?”
“Non ci penso nemmeno! Ma prima ceniamo. Io finisco di preparare mentre tu vai a metterti comodo!”
“Volo nonna! Ma anche io devo dirti una cosa e chiederti un grosso piacere!”
Torno in cucina dopo una veloce doccia e l’aver indossato solo una leggera maglietta di cotone che mi disegna i pettorali e arriva poco sotto la cresta iliaca del mio bacino. Per il resto sono nudo e lo sguardo di nonna mi conferma la bontà della mia scelta!
La canzono un po' mentre faccio dondolare il mio uccello che grazie all’acqua quasi fredda della doccia è tornato in posizione più educata ma che cattura comunque il suo sguardo: “Oramai dovresti essere abituata a me, sono tuo ospite da ormai tanti giorni!”
“Al bello non ci si abitua mai!”
So che non mi dirà nulla se non dopo aver terminato la cena e messa in ordine la cucina, per cui mentre mangiamo qualcosa, le dico dell’incontro con i miei amici e della conoscenza fatta con la ragazzina.
“Nonna dovresti chiedere ai miei il mio cellulare: tanto mancano pochi giorni agli esami e tu sai che non mi sono risparmiato nello studiare nonostante la tua presenza tentatrice!”
“Sì sono certa che meriti anche tanto di più. Vedrò di farmelo dare già domani da tua madre! Anzi la chiamo subito!”
La telefonata dura un po’ per via di certi reciproci apprezzamenti che intuisco ma non capisco, alla fine nonna mi conferma che l’indomani avrò di nuovo il mio cellulare.
“Dimmi intanto di questo incontro!”
Le dico tutto quanto accaduto e credo di essere nel vero quando le confido che la ragazza potrebbe già essere quella giusta per me perché mi è parso essere dotata di una notevole carica sensuale anche se non sfacciata. Le dico pure che mi ha canzonato affermando che ero carcerato e che una anziana signora era il mio cane da guardia.
“Credo che dovremo smentire queste bugie!” dice ridendo. E noto nel suo sguardo un luccichio di lubricità che mi fa rizzare i peli.
Terminato di cenare non sto più nella pelle ma nonna imperterrita tiene la bocca chiusa. Solo dopo quasi un’ora, sono quasi le ventuno, nonna si accosta a me mentre sono svaccato sul divano e mi invita ad alzarmi. La sua figa è a pochi centimetri dalla mia faccia e prima di alzarmi rimango qualche secondo ad ammirare il suo sesso. Lei sorride sorniona e: “Anche tu dovresti ormai essere abituato alla mia presenza…”
“Il bello non sazia mai!” le rispondo
La tenue luce dell’abatjour si diffonde accanto al letto dove siamo distesi; entrambi nudi e, evidentemente, eccitati. Nonna ha la sua mano nel posto che ha più frequentato in questi giorni: il mio cazzo; io affondo la mia nella sua figa umida, reduce da un pomeriggio di cui non conosco ancora i particolari se non aver assaporato dalle sue labbra il sapore di mamma. Tutti e due in silenzio a contemplare il soffitto.
Ad un certo punto mi monta addosso e guida in mio uccello dentro di sé. Non si muove ma dondola il suo bacino in modo impercettibile. Sa benissimo che il mio uccello nella sua calda tana, anche se non stimolato dall’andirivieni tipico dell’amplesso, non perderà il suo turgore. Ad occhi chiusi, ritta su di me, inizia a raccontare il pomeriggio appena trascorso non omettendo nessun particolare. Per diversi minuti ascolto il suo racconto e immagino mamma che, convertitasi, vuole dispensare piacere al mondo intero.
Alla fine del racconto: “Sono convinta che, anche a costo di dover usare degli stratagemmi, tua madre deve essere tua come è stata mia oggi!”
Non si è mossa mai durante il suo raccontare, ma quando afferma: “deve essere tua” i miei coglioni le inondano la figa di calda sborra!
Chiude gli occhi e mugula nel sentire la mia reazione al suo racconto. Io non ho bisogno di proferire parola: il mio cazzo ha parlato per me!
Mettendosi una mano sulla figa come a sigillarla, si sfila l’amato membro e sale sulla mia faccia.
“Adesso dissetati del tuo stesso piacere e ripulisci per bene la mia passera!”
Mi stupisco solo adesso di quanta sborra le ho iniettato nell’utero. Bevo con partecipazione il mio stesso piacere e ne ho la bocca piena.
Terminato di dissetarmi, nonna mi offre la sua bocca per almeno assaporare un po’ di quanto rimane del mio e suo sapore.
Il sonno ci trova ancora abbracciati.
Il mattino dopo esco di casa pimpante e tenendo alquanto sotto il naso le dita indice e medio della mano che, nel salutare nonna sulla porta di casa, le ho infilato nella figa coperta appena dal lembo della mia maglietta che lei ha voluto indossare per: “sentirti qui vicino!”
Arrivo davanti scuola, sorprendentemente, trovo mamma che indossa una gonna a metà coscia e un maglioncino con scollo a “V” che lascia ampia visione del ben di Dio che riesce appena a nascondere. Mi bacia con una certa sensualità e tira fuori dalla borsa l’agognato cellulare con relativo carica batteria: un servizio perfetto!
“Ciao amore di mamma, va tutto bene, sì?”
“Certo va tutto alla grande!”
“Ancora pochi giorni e ci siamo! Studia mi raccomando!”
“Non pettino certamente le bambole a casa di nonna!”
“Si me lo ha già detto!”
“Adesso devo entrare che sono quasi in ritardo, mamma”
Le parlo quasi sfiorandole la bocca e lei:
“Hai un bellissimo alito stamattina!” mi dice inalando con le narici quasi come fosse un cane che annusa l’aria.
“Sa di buono! Ma che dentifricio usi da nonna?”
“Non saprei me lo ha dato lei stamattina per la prima volta!” Mi viene da ridere, ma non posso fare altro.
“Ciao e comportati bene!” dice girando i tacchi da 10 che indossa, sculettando davanti a quasi tutta la mia classe la cui parte maschile, ma non solo quella, la segue con gli occhi fino a quando non gira l’angolo.
“Ma quella è tua madre? Beato te!”
Lascio cadere il commento su mamma per non prendere a pugni l’universo! Però scopro il doloroso dis-piacere della gelosia!
Durante la ricreazione accendo finalmente il telefonino e compongo il numero che la ragazzina mi ha dato il giorno prima. Sento quasi subito squillare.
“Ciao!! Ma perché chiami adesso, io ti vedo benissimo e tu vedi me!”
“Si lo so ma qui a scuola è meglio che non tutti sappiano di noi!”
“Mhhh siamo già passati al noi!!” dice con malcelata soddisfazione.
“Dai era per dire! Comunque, non ti nascondo che attendo di ricevere le foto che ieri mi hai promesso!”
“Certo, se oggi all’uscita mi accompagnerai un po', prima di rientrare tra le sbarre, nel pomeriggio ti mando qualche mia foto ma anche tu dovrai fare altrettanto!”
“Ok facciamo così! Ci vediamo all’uscita dall’altra parte della strada! Ciao!”
All’uscita da scuola come d’accordo ci vediamo nel punto prestabilito dopo aver entrambi salutato le rispettive compagnie. Ci dirigiamo verso una stretta verso quella che dovrebbe essere la casa della ragazza. Dopo nemmeno cento metri soddisfatta di essere al mio fianco, guardandomi negli occhi, mi conferma che nel pomeriggio mi manderà alcuni suoi scatti ma ne vuole anche da me. Le rispondo che vedrò cosa ho nel cellulare… Suggerisce anche che potremmo usare o Whatsapp o cose simili per farci delle video chiamate ed io acconsento. Mi butta le braccia al collo e mi offre la sua bella bocca per un bacio al riparo da possibili occhi indiscreti. Ci baciamo con dolcezza ed io cerco con tutte le mie forze di non lasciarmi andare oltre un certo limite, ma il mio pacco si presenta a lei senza che io volessi veramente farlo. Il suo sguardo si fa liquido e ha anche la forza di stringersi a me ancora di più e così facendo non posso più nascondere che la situazione piace anche all’abitante del piano di sotto.
“Ti voglio bene, un mare di bene!” dice mentre si allontana, segno che deve abitare nei paraggi.
La guardo mentre si allontana ammirando la sua fisicità che non mi pare si addica ad una ragazzina: ha già tutte le curve al loro posto e bacia con una esperienza che sarò costretto a verificare da dove proviene, sa già cosa vuole e non si tira indietro quando è il momento. Mi farò consigliare da nonna visto che con mamma non posso parlare e nemmeno con mio padre.
(Ma tutto questo è un’altra storia che non so nemmeno se si possa mettere per iscritto data la giovane età della protagonista.)
Da questo pomeriggio e fino alla domenica mattina passo la maggior parte del tempo libero dallo studio ad accompagnare nonna in giro per diverse commissioni. Gli unici momenti, a parte quelli a letto, in cui rimaniamo da soli sono quelli trascorsi con lei in auto, la sua vecchia Panda, durante i quali l’ammiro perché lei, sempre vestita in modo sensuale, almeno ai miei occhi, mette in mostra le sue belle gambe che sono oggetto delle mie indiscrete carezze mentre lei a volte, volutamente sbagliando, afferra il mio uccello al posto del cambio! Durante uno di questi spostamenti mi promette che faremo una gita in auto perché così potrò darle una “bottarella” anche in macchina, ma meglio sul cofano della stessa!
Durante lo shopping mi chiede consigli sui capi di abbigliamento e, in particolare, dell’intimo che vuole acquistare, i suoi gusti ormai li conosco e capisco che questo è solo un gioco per gratificarmi nei camerini dei negozi che frequentiamo.
La domenica mattina non la trovo accanto a me al mio risveglio. E’ già in cucina che prepara per il pranzo e mentre ci scambiamo le solite oscene coccole prima di sorbire il primo caffè mi dice:
“Senti amore di nonna, mi dispiace per te ma oggi salterai il pranzo qui a casa!”
“No nonna, non puoi mandarmi fuori anche oggi! Dall’altro giorno non faccio altro che pensare al dondolio del culo di mamma che si allontanava da scuola! E proprio oggi tu non vuoi che io stia qui!”
“Non ho detto che dovrai uscire di casa, ho detto che non pranzerai con noi!”
Nonna mi mette al corrente del suo piano. Mi porta in camera da letto e mi mostra un piccolo segreto che è nascosto nel grande armadio che, imponente, occupa un intero lato della grande stanza. Apre le ante centrali che sorreggono due specchi per quasi tutta la loro estensione.
“Ho già tolto i vestiti che fino a ieri erano qui e li ho messi nell’armadio di camera tua. Come vedi c’è molto spazio e tuo nonno l’ha dotato anche di una comoda panca ripieghevole posizionata sul fondo. Spero tu non sia claustrofobico perché è qui dentro che passerai la domenica fino a che non sarò io a farti uscire.”
“Ma che cazzo mi costringi a fare? Io chiuso lì dentro al buio e senza possibilità di vedere e sentire! E pure digiuno!!”
“Prima di parlare devi provare!” E così dicendo mi invita ad entrare e mi chiude dentro. Con sorpresa mi accorgo che gli specchi permettono di vedere tutto quello che avviene in camera e, grazie a delle aperture ben praticate, anche ad ascoltare tutto quanto avviene in quella stanza. Sono sbalordito.”
Nonna mi spiega, riferendosi anche alle foto che mi ha mostrato in questi giorni delle sue avventure, che molti uomini e donne che sono passati nel suo letto gradivano che nonno fosse lì presente, ma molti altri, specialmente donne, volevano essere da sole, per cui nonno ha pensato di creare quel trucchetto che a permesso sia a lui che alla stessa nonna di assistere agli incontri non visti.
“Anche tu sei stata qui dentro?!”
“Certo! Tuo nonno aveva un certo fascino e anche lui accalappiava con una certa facilità! Te l’ho già detto tante volte: nulla di nuovo sotto il sole!”
“Adesso torniamo di là che devo avere anche il tempo di prepararmi. Verso le undici ti farò mangiare qualcosa e qualcosa, con una scusa, te la porto mentre io e i tuoi pranziamo. Al momento opportuno ti squillerò con il cellulare e tu dovrai chiuderti, stavolta sì, in prigione nell’armadio.”

- Continua....



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